Le Origini dell'Universo - Il 5° Elemento
La realizzazione di questa fontana con cascate a salto multiplo, apparentemente dalla valenza ornamentale, ha voluto rappresentare due temi "L'ORIGINE DELL'UNIVERSO - I CINQUE ELEMENTI", di fondamentale importanza per la nostra esistenza. Il legame fra loro è forte e caratterizzato anche da una reale continuità temporale. Vediamo in primis le premesse astrofisiche.
LE ORIGINI DELL'UNIVERSO – TRA MATEMATICA E COSMOLOGIA
La nostra opera vuole essere un omaggio non solo alla teoria del Big Bang, ma anche alle più recenti ipotesi cosmologiche che stanno ridefinendo la nostra comprensione dell'universo. Tra queste, la teoria della brana, il modello del multiverso e la Cosmologia Ciclica Conforme (CCC) proposta da Roger Penrose.
Uno degli aspetti più innovativi di queste teorie è l'idea che l'universo in cui viviamo possa essere una 3D-brana, cioè una superficie tridimensionale immersa in uno spazio a quattro dimensioni.
Secondo la ricerca di Afshordi, Pourhasan e Mann, il nostro universo potrebbe essersi formato non da una singolarità iniziale (come previsto dal Big Bang), ma dall'orizzonte degli eventi di un buco nero a quattro dimensioni, nato dal collasso di una stella ipotetica in un universo con più dimensioni spaziali. L'espansione che osserviamo non sarebbe quindi il risultato dell'inflazione, ma la conseguenza della crescita di questa brana all'interno di uno spazio più ampio.
La CCC di Penrose, invece, propone un modello ciclico dell'universo, in cui ogni fase di espansione viene seguita da una nuova fase di collasso, generando una sequenza infinita di "eoni". La matematica che descrive questo modello si basa sulla conformalità della metrica spazio-temporale, un principio che permette di collegare lo stato finale di un universo all'inizio di quello successivo, suggerendo che l'entropia massima raggiunta alla fine di un eone possa coincidere con l'entropia minima necessaria per l'inizio di uno nuovo.
In questa visione, l'uniformità del cosmo – che nella teoria standard viene spiegata tramite l'inflazione cosmica – potrebbe derivare da questa continuità conforme tra eoni successivi, senza la necessità di postulare un campo inflazionario sconosciuto. Inoltre, Penrose ha suggerito che tracce di universi precedenti potrebbero essere rilevabili nella radiazione cosmica di fondo, sotto forma di strutture concentriche anomale.
Infine, un'altra ipotesi affascinante è quella delle fluttuazioni quantistiche del vuoto, secondo cui l'universo potrebbe essere emerso spontaneamente da un fenomeno di creazione quantistica, come proposto da Edward Tryon nel 1973. In questo contesto, la matematica dei campi quantistici e la teoria delle probabilità diventano strumenti essenziali per descrivere la nascita di un universo a partire da uno stato apparentemente vuoto.
rappresentazione artistica delle fluttuazioni nel vuoto
Tuttavia, se la scienza offre modelli sempre più raffinati per descrivere le origini dell'universo, rimane aperta la domanda fondamentale: cosa c'era prima? Se la fisica può spingersi fino ai limiti dello spazio e del tempo, la risposta ultima potrebbe risiedere in una dimensione che va oltre il dominio della scienza stessa.
CONTESTUALIZZAZIONE ARTISTICA
Lungo il viale di ingresso al Centro Studi, per prima e in basso, si presenta alla vista la sfera scura, che per ovvi motivi geometrici e spaziali non può rappresentare in modo figurato l'iper-buco nero a 4 dimensioni origine dell'Universo (secondo la teoria del collasso di una stella…), ma lo vuol ricordare per come lo possiamo immaginare!
Questo, in bronzo brunito scuro, appoggia su una superficie che è incurvata così come sarebbe lo spazio-tempo, a causa dell'enorme campo gravitazionale del buco nero.
Il circostante letto di pietre nere disomogenee per forma e dimensioni serve a ricordare anche le fluttuazioni del vuoto, possibile altra origine dell'universo.
Sopra la sfera è presente un'apertura riconoscibile la notte dal chiarore che la circonda (è l'orizzonte degli eventi nei "classici" buchi neri), dove precipita tutta la materia circostante rappresentata dall'ultima cascata del complesso scultoreo. Questa che potrebbe sembrare la fine dell'opera è in realtà l'inizio di una nuova creazione, un nuovo Universo, secondo la teoria del CCC.
Infatti tramite una pompa a ricircolo l'acqua, che in questo caso rappresenta anche la materia dell'Universo, dopo la singolarità gravitazionale viene riportata alla cima per dare origine a un nuovo Eone.
Per dare continuità artistica e fisica l'acqua in parte fuoriesce dal medesimo letto di pietre nere realizzato questa volta all'interno di una piccola vasca scavata nella disomogenea e corpuscolata pietra di Trani.
E così il complesso scultoreo superiore e la sfera lucente che si trova alla sommità, sorgente di un nuovo universo, fungono da transfer per passare dalla prima rappresentazione dell'Universo in evoluzione, alla nostra Terra in formazione con i suoi "cinque elementi".
Il 5° Elemento
Tutti conosciamo il riferimento a quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), comune a tutte le cosmogonie. Tanto l'Oriente quanto l'Occidente hanno concepito una stretta connessione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale. Dall'equilibrio degli elementi dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo: l'universo ordinato, sorto dal caos, era governato da personificazioni divinizzate dei quattro elementi.
Questi avevano una precisa connotazione in chimica e in alchimia come rappresentato a fianco.
(da sinistra) terra, acqua, aria e fuoco, con le sfere alla base rappresentanti i simboli dell'alchimia.
L'importanza dei primigeni elementi viene richiamata in tutte le grandi Religioni:
nella tradizione ebraica è ampia la letteratura sui quattro elementi di cui si riportano tanto la simbologia quanto le corrispondenze nella Creazione. Ricordando anche il testo di El'azar da Worms "Il segreto dell'Opera della Creazione", oltre allo Zohar.
Nel buddhismo antico nella letteratura Pali, i mahabhuta ("grandi elementi") o catudhatu ("quattro elementi") sono terra, acqua, fuoco e aria. Nel primo buddhismo, erano alla base per la comprensione della sofferenza, e per la liberazione dell'uomo dalla sofferenza.

Nella religione Cristiana sono tanti i richiami, anche nel primo libro dei Re, Elia sul monte Oreb:
"[...] entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». [...] Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero".
Il profeta Elia, di José de Ribera.
I quattro elementi nella pittura allegorica:
Tiziano
Concerto campestre, 1509, Parigi, Museo del Louvre
La donna alla fonte è una personificazione dell'Acqua. Il suonatore di liuto rappresenta il Fuoco. L'uomo con i capelli scompigliati dal vento simboleggia l'Aria. La donna di spalle raffigura la Terra.[1]
Nel pensiero religioso-filosofico ai quattro elementi si associa il quinto elemento: lo Spirito.
Ora, in filosofia genericamente per spirito s'intende un "sinonimo di vita, forza vitale distinta dalla materia e che tuttavia interagisce con essa".
Nel significato più antico lo spirito si presentava come qualcosa che vitalizza il corpo, "il soffio vitale come sottile principio materiale di vita", analogamente al significato di anima, anche al di fuori di un contesto religioso o metafisico.
Sant'Agostino nel "De spiritu et anima" scrive: "Chiamo spirito corporeo l'aria o piuttosto il fuoco che per la sua raffinatezza non è possibile vedere e che risiedendo all'interno dei corpi li fa vivere".
Nel cinema, nel film "Il quinto elemento" del 1997 diretto da Luc Besson, questo è l'amore stesso.
CONTESTUALIZZAZIONE ARTISTICA
La sfera che si trova alla sommità dell'opera vuol rappresentare i quattro elementi, con il vento che sospende il globo stesso (immagine della nostra Terra), dal resto della struttura.
Alla base della Neoterra vi è anche una colonna di fuoco simbolo dell'origine del pianeta, fuoco che si ritrova anche all'interno come magma in perenne movimento.
La Terra è rappresentata da una sfera con la superficie irregolare e voragini dalle quali si intravede il magma.
Dalla sommità della Terra finalmente fuoriesce un "lieve" zampillo di acqua, che tutta la avvolge e la bagna, portando ovunque fecondità e vita.
Dopo tre piccole cascate, l'acqua giunge in luogo riparato dove da ultimo viene alla luce il quinto elemento, simboleggiato da una ninfea in bronzo (figura permanente anche per il periodo invernale), e da piante acquatiche nell'altro periodo dell'anno (piante che esistono grazie all'acqua, la terra, l'aria, il "fuoco" del sole e il "soffio vitale").
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